“C’era una volta un campo da calcio in mezzo al quartiere, uno di quei campi di periferia che ti segnano le ginocchia per tutta la vita, quelli con le porte fatte di tubi innocenti, le reti rubate ai pescatori e lungo la recinzione metallica distese di mozziconi spenti a fare compagnia ai tifosi. Quelli dove tutti, o quasi, hanno sognato di diventare calciatori. In quell’arena per gladiatori giocava una squadra di undici uomini, che scendevano in campo senza pretese e che non sospettavano per niente del destino che li attendeva. Questa è la storia di una cavalcata incredibile, di un gol impossibile all’ultimo minuto e del sogno chiamato Ilva Football Club”.
In Ilva Football Club la storia della più grande acciaieria d’Europa s’intreccia alla leggenda di una piccola squadra nata proprio sotto le ciminiere dell’Ilva, per raccontare la storia di una città sacrificabile, che oggi è Taranto ma domani potrebbe essere un’altra città, mostrandoci che quanto ciò che accade ci riguarda
molto più di quanto immaginiamo. Nel 2022 un rapporto dell’ONU inserisce Taranto tre le zona di Sacrificio. Le zone di sacrificio sono quei luoghi ritenuti sacrificabili in nome del progresso o della produzione di beni di consumo e “rappresentano la peggiore negligenza immaginabile dell’obbligo di uno Stato di rispettare, proteggere e realizzare il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile”. I più giovani in particolare sono vulnerabili agli effetti negativi sulla salute dell’esposizione all’inquinamento e alle sostanze tossiche che causano più di 1 milione di morti premature tra i bambini sotto i 5 anni. Da qui parte la ricerca di Usine Baug e Fratelli Maniglio: tutti i testi sono tratti da archivi storici, documentari e interviste fatte a Taranto. La compagnia ha avuto la fortuna di poter lavorare attivamente sul territorio anche grazie all’accoglienza della Cooperativa Teatrale Crest, situata proprio nel quartiere Tamburi di Taranto, e alla partecipazione di Pietro Pingitore in qualità documentarista e antropologo visuale. Ilva Football Club utilizza la narrazione calcistica (rendendola accattivante anche per i non calciofili) per raccontare la vita e la storia della città di Taranto, strettamente legata alla storia dell’ex Ilva: l’acciaieria più grande e più inquinante d’Europa. Con leggerezza e ironia lo spettacolo analizza la storia di oltre 60 anni del centro siderurgico, mostrando come la promessa di progresso e prosperità si siano lentamente trasformate in disillusione, rabbia, prigione e ricatto. Il dramma condensato in un dilemma: salute o lavoro.