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“Dopodiché stasera mi butto”

Agosto 1, 2024 - 21:15

Cascina San Giovanni – Scanzorosciate
In caso di maltempo: essiccatoio Cascina San Giovanni
Generazione disagio
“Dopodiché stasera mi butto”
di e con Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Luca Mammoli, Luca D’Addino
regia Riccardo Pippa
co-autori Alessandro Bruni Ocana, Riccardo Pippa, consulenza scene e costumi Margherita Baldoni, luci Max Klein,
disegni Duccio Mantellassi
produzione Proxima Res

Spettacolo vincitore del concorso nazionale ROMA PLAYFESTIVAL 1.0 2015
Spettacolo vincitore del BANDO TEATRO OFF ARTIFICIO 2015
Spettacolo vincitore del BANDO “LE CITTÀ VISIBILI”, III edizione, RIMINI 2015
Record di incassi e presenze di pubblico al TORINO FRINGE FESTIVAL 2014
Spettacolo vincitore del concorso GIOVANI REALTÀ DEL TEATRO 2013
Menzione speciale della giuria al premio SCINTILLE 2013 di asti teatro 35
Menzione speciale della giuria al premio nazionale INTRANSITO – teatro Akropolis 2013

Quattro personaggi conducono il pubblico a giocare una folle partita a uno strano e innovativo gioco dell’oca, che ha come obiettivo la casella finale del suicidio. Un conduttore coinvolge gli spettatori per fare avanzare tre pedine umane sul tabellone: un dottorando, un precario e uno stagista attraverseranno imprevisti, prove collettive e prove individuali con un ritmo comico serrato e pezzi di improvvisazione basati su input che vengono dal pubblico. Vincerà chi riesce ad accumulare più sfighe e perciò più “disagio”. Nell’arco dei 70 minuti di spettacolo si affrontano temi quali l’amore, la paura del futuro, il lavoro, la sessualità, la politica, la solitudine e l’indeterminatezza. Uno spettacolo di cinica auto-analisi collettiva che non fa sconti a nessuno: irriverente, comico e profondo, che ci costringe a fare i conti con il mondo che abbiamo costruito e la vita che vorremmo. Il linguaggio alterna in un ritmo serrato citazioni colte, riferimenti pop e provocazioni trash. “…Lo sappiamo che la vita è dura, che c’è crisi, che c’è lo spread. E allora? Dopodiché? Cosa vogliamo fare? Un nuovo partito che entra in parlamento? La decrescita felice? Vogliamo fare la rivoluzione e prendere manganellate? Oppure morire per difendere un albero? NO! E allora cosa ci rimane? Il suicidio? Sì! Ma per ridere! Gioca anche tu a Dopodiché: riversa i tuoi problemi su un personaggio del gioco e portalo al suicidio. I tuoi problemi moriranno con lui. Dopodiché: l’emozione di vincere, perdendo la vita!”. Il mondo non dipende da te. Dunque perché preoccuparsi? Smettila di sentirti sbagliato e frustrato: se non hai aspettative non rimarrai deluso. Non affezionarti a niente e accomodati nella mediocrità. I tuoi fallimenti non dipendono da te, ma solo dalla società che ti opprime. Non cercare di cambiarla, abbandonati e goditela senza pensare, che tanto poi si muore. Nel testo ridicolizziamo ed esorcizziamo l’attitudine autolesionista di ognuno di noi. Preferiamo cullarci nei nostri problemi e sentirci comodamente impossibilitati a far niente. Ci deresponsabilizziamo e ci spegniamo. Lo spettacolo, che viene ogni volta aggiornato con riferimenti all’attualità, attraversa e ridicolizza tanti nostri piccoli suicidi quotidiani: tutte quelle attitudini, piccole prassi e decisioni che ci fanno morire pian piano e che in qualche modo ci assolvono dal dover prendere posizioni, agire e reagire. Ridiamo insomma di come siamo bravi a scavarci la fossa giorno per giorno, in compagnia dei nostri paradossi e ossimori: la nostra pubblica intimità, l’inerzia iperattiva, il confortevole precariato, i corpi immaginifici, la condivisione in solitaria e la volgare trascendenza. Le tematiche di disagio generazionale, crisi e voglia di cambiamento vengono trattate con un meccanismo di ribaltamento paradossale: invece di risolvere i propri problemi o lottare per un mondo migliore i personaggi mettono in scena il lato peggiore e nichilista della nostra società: si abbandonano piacevolmente al disagio, lo difendono e orgogliosamente lo praticano con disciplina. Si ride del lato peggiore di ognuno di noi, sperando di seppellirlo alla fine dello spettacolo e di uscire con la voglia di migliorare la nostra vita.

(Foto Laura Granelli)

A seguire degustazione a cura di Cascina San Giovanni – Moscato Martinelli
Evento realizzato con il contributo del Comune di Scanzorosciate

Biglietto unico € 10
Prenotazione: www.albanoarte.it/prenotazioni/
Per informazioni info@albanoarte.it – cell. 334.8136246 (dalle 16 alle 18)

Dettagli

Data:
Agosto 1, 2024
Ora:
21:15
Categoria Evento: